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Oggi, DOMENICA due ragazzi di 25 anni in cambio di cento dollari mi hanno aiutato a scaricare un container di mobili e piastrelle provenienti dal Bel Paese per la mia casa di Miami.

Tra un pacco di piastrelle e una poltrona di Divani&Divani mi hanno raccontato che loro, facendo i camerieri in una pizzeria, guadagnano il corrispondente di circa 5000 Euro netti al mese con le sole mance, mentre il minimo garantito orario serve essenzialmente a pagare le tasse.

Altro che “quinto livello commercio”  ” stagista” contributi INPS, INAIL e chi più ne ha più ne metta…

Leggo questo articolo sul “Fatto Quotidiano” a proposito dei lavori rifiutati per EXPO 2015:

Ogni commento è superfluo.

Luigi Boschin

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“Expo 2015, costretti a rifiutare il lavoro perché chiamati a 10 giorni dall’inizio”

Lavoro & Precari
Alcuni candidati spiegano a ilfattoquotidiano.it i motivi per cui non hanno accettato l’impiego, nonostante fossero stati selezionati da Manpower. Dopo il colloquio hanno aspettato mesi. E la risposta è arrivata troppo tardi

“Per un posto di lavoro a 500 euro al mese sarei dovuta partire in 48 ore: ho atteso una risposta per quattro mesi ed è arrivata a dieci giorni da Expo. Mi spiace, ma la mia situazione economica precaria non me lo permette”, è la testimonianza di A.F., candidata che ha rifiutato un posto di lavoro nei padiglioni dell’Esposizione Universale. 310mila gli aspiranti, circa 3200 le posizioni chiuse ad oggi, 80% le offerte rifiutate.

“Trovare 600 persone pronte non è stato uno scherzo”, dicono i selezionatori di Manpower, l’agenzia interinale a cui Expo Spa ha affidato la selezione. “Diverse le cause che hanno portato a questa scelta: la lunghezza e la complessità del processo di selezione e la turnazione che prevede il lavoro anche nelle giornate di sabato e domenica”, si legge sul portale di Manpower. Ma ai candidati costretti a rifiutare la proposta lavorativa essere additati come scansafatiche non va proprio giù: la maggior parte di loro ha sostenuto i colloqui lo scorso inverno, raggiungendo Milano a spese proprie, anche più di una volta, per poi ricevere risposta definitiva a poco più di una settimana dall’Expo.

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Delusi da un’Esposizione Universale che si è a lungo presentata come evento salvifico capace di risolvere il problema del lavoro, scelgono la forma dell’anonimato: “A inizio anno ho passato il colloquio per un 5° livello commercio con uno stipendio di 1460 euro lordi. Il netto attorno ai 1200 euro per un full time di 40 ore settimanali – racconta M. F, 29 anni, laurea triennale – Arrivando dalle Marche con quella retribuzione avrei potuto mantenermi a Milano dove un posto letto costa 550 euro, visto che da subito ci era stato detto che durante i sei mesi vitto e alloggio sarebbero stati a nostre spese, come anche il parcheggio. Dopo mesi di silenzio da parte di Manpower poco fa mi hanno proposto nel padiglione della Thailandia a 28 ore al mese. Sono stata costretta a rinunciare”.

Come tanti coetanei, anche S.G. ha cominciato a guardare le offerte lo scorso autunno: dall’Area team leader e Operatori Grandi Eventi alle tantissime posizioni non retribuite di hostess e addetto alla pulizie. “Sono stata ammessa a due colloqui presso gli uffici milanesi di Manpower: abito in Toscana e ho chiesto se si poteva fare via skype o sostenere entrambi i colloqui lo stesso giorno per accorpare le spese del viaggio, tutte a mio carico. Mi è stato risposto di no e ho accettato solo il colloquio da stagista spendendo 200 euro fra viaggio e albergo. Sono giovane, ho pensato, fa curriculum. E Manpower mi aveva rassicurata: entro febbraio avrai il feedback. Quella telefonata è arrivata solo poche ore fa: ‘Hai superato la selezione di gennaio ma non possiamo ancora darti l’ok definitivo perché Expo Spa non ha ancora dato conferma. Ti faremo sapere presto se inizierai a lavorare a fine settimana’. Mi spiace ma con tre giorni di preavviso, anche volendo, non posso accettare. Fossero stati 1500 euro era un conto, ma 500 con poche ore per trovare un alloggio è infattibile”.

In tre giorni non si ha nemmeno il tempo di sbrigare le cose basilari, non bastano per dare preavviso al proprio datore di lavoro. Il tempo corre, e nei quattro mesi di attesa i candidati non potendo vivere di aria hanno cercato un altro impiego.

dal nostro amico Luigi Boschin….

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